Tentare di definire il coordinamento amministrativo è un'impresa ambiziosa, data la complessità della materia, la vischiosità del suo oggetto e dei confini entro i quali può essere ricondotta la nozione, nonché l'ambiguità insita nella sua natura, posto che il coordinamento pone problemi relativi sia all'azione amministrativa che all'organizzazione amministrativa e, in tale ambito, riguarda sia le relazioni interorganiche che le relazioni intersoggettive, siano esse di tipo verticale o orizzontale. Nonostante non siano pochi i contributi relativi a questo tema, infatti, la natura della nozione di coordinamento amministrativo appare tutt'oggi sfuggente: tra chi ne ha riconosciuto l'apprezzabilità dogmatica, considerandolo un istituto di teoria generale del diritto pubblico e chi, invece, ha degradato il concetto a mero risultato o effetto cui l'azione e l'organizzazione amministrative dovrebbero sempre tendere; tra chi ha riconosciuto il duplice aspetto del coordinamento, sia come funzione che come complesso di poteri e chi, invece, ha negato la possibilità di identificare il coordinamento con un potere o anche con un particolare tipo di relazione organizzatoria. L'intento di questo studio è quello di definire un concetto univoco di coordinamento - alla stregua di una funzione autonoma e non di una funzione accessoria assorbita da poteri più pregnanti - ed evidenziare, attraverso l'esame degli istituti che tipicamente a tale concetto vengono ricondotti, l'opportunità del superamento di quell'indirizzo che ne ha costruito una definizione a partire dalla bipartizione tra organizzazione e azione amministrativa.