Il volume muove dalla considerazione preliminare che non possa attribuirsi alla rivalsa nel diritto tributario una definizione unitaria. Viene pertanto a differenziarsi la rivalsa c.d. "semplice", il cui scopo prevalentemente economico è di traslare il tributo, dalla rivalsa c.d. "dinamica", avente finalità prevalentemente pubblicistiche, essendo strumento per la compiuta realizzazione del prelievo fiscale. Alla stregua di questa preliminare distinzione, il piano dell'opera si articola nell'esame delle norme che utilizzano il termine rivalsa nella prima delle accezioni, indicando i motivi che spingono a circoscriverne la portata effettuale a quello che è un diritto di credito, e segnatamente di regresso; in questa direzione sono analizzate le rivalse nelle accise, nell'imposta sugli intrattenimenti e sulle assicurazioni, nella responsabilità e nella sostituzione d'imposta, nel consolidato fiscale. La parte più rilevante della trattazione è tuttavia quella dedicata alla rivalsa c.d. "dinamica", presente nella sostituzione d'imposta mediante ritenuta e nell'Iva. Esclusa, ai fini del suo inquadramento, l'accostabilità al diritto potestativo, la rivalsa rileva qui essenzialmente per gli effetti che produce sul soggetto inciso dal suo esercizio; questi effetti consistono nel potere di "legittimazione" del rivalsato allo scomputo della ritenuta o alla detrazione dell'Iva assolta sugli acquisti.