La teorica del "right to punishment", fondandosi su argomenti giuridici e filosofici, punta a considerare essenziale che il processo, sia nel diritto penale internazionale che, di fatto, nel diritto penale nazionale, sia integralmente funzionale a soddisfare le istanze punitive rappresentate dalla vittima, con particolare riferimento alla rinuncia senza eccezioni agli istituti clemenziali e senza farsi scrupolo del possibile sacrificio delle garanzie della difesa e di altri principi fondamentali dello Stato di diritto. La retorica anti-impunità deve tuttavia essere contrastata, dato il pericolo che rappresenta una volta connessa con il populismo penale e con la giustizia mediatica, rilanciando l'idea di un diritto penale costituzionale in grado di bilanciare le esigenze relative alla persecuzione dei reati con quelle, più generali, di una pacificazione sociale che può legittimamente passare anche attraverso forme di rinuncia o mitigazione della sanzione.