Lo scritto ricostruisce l'"identità" dell'ente, ossia l'insieme degli elementi che definiscono le realtà associative considerate dall'art. 1 del d.lgs. 8 giugno 2001, n. 231. L'analisi "statica", che prescinde dall'ipotesi di modificazioni dell'ente, attribuisce particolare rilievo alla corrispondente "componente umana", non sempre valorizzata in dottrina e in giurisprudenza nel verificare la compatibilità del sistema con il principio di personalità della responsabilità. La ricerca prosegue guardando all'evoluzione del soggetto collettivo. L'analisi "dinamica" definisce, anzitutto, il nucleo identitario "essenziale" dell'ente, ossia l'insieme delle note la cui modifica determina il mutamento del centro di imputazione dell'illecito da reato. Segue, poi, lo studio dei limiti in cui la disciplina (a tratti lacunosa) delle vicende costitutive, modificative ed estintive si conformi ai canoni di una responsabilità autenticamente personale. Il lavoro si conclude con alcune riflessioni che, riprendendo le proposte di riforma sviluppate nel corso dell'opera, richiamano il legislatore e l'interprete ad una più compiuta comprensione dell'identità dell'ente, visto quale soggetto collettivo e autonomo. "Autonomia" da cui deriva la necessità dell'accertamento che la responsabilità, formalmente ascritta all'ente, sia il risultato di decisioni effettivamente assunte a livello aggregato.