La prassi dei contratti derivati c.dd. over the counter consegna più d'una ragione di incertezza in ordine alla struttura del contratto di interest rate swap, impiegato per la gestione del rischio di tasso nei rapporti di finanziamento, e alla sua riconduzione alla categoria dei contratti aleatori. La frequente apposizione di clausole funzionalmente ambigue, capaci di indirizzare il regolamento verso finalità speculative, di ristrutturazione del debito, di rifinanziamento, amplifica i problemi di qualificazione del negozio, inteso alla stregua ora di scommessa autorizzata ora di contratto «ibrido». Le perduranti alternative ermeneutiche offrono l'occasione per una rinnovata riflessione finalizzata a sperimentare la tenuta degli indirizzi sul tappeto e sollecitata, in particolare, da taluni arresti pretori, i quali delineano eterogenei profili di invalidità dei contratti non del tutto congruenti con le costruzioni dogmatiche più diffuse. Dinanzi alla complessità del quadro tratteggiato, le questioni coinvolte dal tema chiamano in causa le tradizionali categorie, le quali soltanto possono contribuire a definire una sistemazione convincente dello swap, propedeutica all'individuazione dei rimedi più adeguati in relazione alle singole fattispecie.