Spesso gli ammortizzatori sociali richiamano alla mente l'idea di aziende in crisi, in difficoltà, se non addirittura già collassate. In realtà, dopo la riforma del 2015 gli strumenti di integrazione salariale a disposizione delle aziende possono rappresentare il miglior veicolo di accompagnamento del cambiamento tecnologico. La riforma, in particolare, ha ridisegnato la cassa integrazione straordinaria, sottraendola all'abusata funzione di estensione della tutela di disoccupazione e destinandola unicamente al risanamento delle aziende con concrete prospettive di ripartenza. Tra tutti gli strumenti di nuova introduzione spicca senz'altro il contratto di espansione, che combina più misure per agevolare il cambiamento aziendale: prepensionamenti su base volontaria e nuove assunzioni per favorire il turn-over del personale; riduzione oraria con integrazione salariale a condizioni agevolate e formazione per consentire l'adeguamento delle competenze nel progetto di rilancio. Il contratto di espansione, nato come misura sperimentale per le grandi aziende per il biennio2020 2021, ha guadagnato grande consenso con l'abbassamento della soglia di ingresso fino all'attuale livello di soli 50 dipendenti e con la regolamentazione dello scivolo pensionistico. Lo scivolo, assistito da un rilevante contributo pubblico e dalla garanzia della cristallizzazione dei requisiti pensionistici per i lavoratori che vi aderiscono, rappresenta oggi l'unica vera opzione di accesso anticipato alla pensione. Il volume esamina anche nel dettaglio la nuova riforma degli ammortizzatori, che introduce dal2022 il principio della protezione universale di tutti i lavoratori, ma con tutele differenziate in base al settore e alla dimensione occupazionale dell'ambito di appartenenza. Nel nuovo modello guadagnano centralità i fondi bilaterali di settore, che a regime dovrebbero assicurare tutele "sartoriali" per i rispettivi comparti economici.