L'indagine è focalizzata sulla verifica della possibilità di esperire azioni revocatorie nelle scissioni di s.p.a., cercando di appurare, da un lato, l'adeguatezza e l'autosufficienza del compendio normativo societario nella tutela delle posizioni soggettive dei creditori sociali, dall'altro, la possibile estensione e compatibilità di sistema dei rimedi ordinari o concorsuali. Il lavoro tenta di ricostruire il baricentro degli interessi cristallizzato dalla disciplina societaria, attraverso un'analisi delle tutele in tal sede rinvenibili, onde vagliare, non solo l'utilità potenziale dei rimedi revocatori, ma anche le possibili conseguenze dell'ammissione di queste azioni in termini di alterazione delle dinamiche fondative della scissione e dei "rapporti di forza" tra gli interessi in quella sede occasionati e bilanciati dal compendio normativo dedicato. In sintesi, la domanda alla quale si tenterà di rispondere è se la disciplina commercialistica detti una costruzione positiva autonoma ed autosufficiente, quindi strutturalmente insensibile alle interferenze civilistiche e concorsuali potenzialmente incidenti sull'assetto di interessi opzionato dal legislatore societario, o se viceversa trovino spazio, in un'ottica di effettività e pienezza delle tutele, anche gli strumenti revocatori.