Negli ultimi anni si assiste a un costante proliferare di polarizzazioni identitarie, individuali come collettive. È un fenomeno che rende particolarmente insidioso, oltre che poco fruttuoso, qualsiasi discorso pubblico, e che pare enfatizzare una sorta di mania diffusa, caratterizzata dalla ricerca autoreferenziale di occasioni di personale soddisfacimento e affermazione. Da un lato la tensione a realizzare se stessi in ogni contesto è spia di una graduale e storica valorizzazione dei diritti e delle libertà. Dall'altro essa è anche una forza che, in sinergia con altri fattori, può contribuire alla disgregazione di molteplici legami sociali. Questo contributo si interroga, in primo luogo, sui rapporti che si possono intravedere tra questo fenomeno e alcuni dei più importanti sviluppi dell'ordinamento giuridico e del diritto pubblico. In secondo luogo, auspica una rinnovata concezione della cittadinanza quale occasione pratica di socializzazione e riconoscimento civico e, con essi, di riaffermazione di una cornice condivisa di appartenenza.