Negli ultimi dieci anni, prima in via sporadica e poi con frequenza crescente, il giudice amministrativo ha modulato nel tempo gli effetti delle proprie sentenze di annullamento, limitandone la portata retroattiva o differendone gli effetti eliminatori ad una data futura. Il volume esamina la giurisprudenza che si è avvalsa di tale 'potere', al fine di individuarne le ragioni di fondo e la logica argomentativa, e ne restituisce una lettura critica che ne evidenzia i limiti intrinseci, alla luce del confronto con i principi generali e con la disciplina positiva del processo.