Il volume affronta i cambiamenti della governance bancaria verificatisi dalla seconda metà del secolo scorso a oggi. Vengono quindi evidenziati i sostanziali limiti che circoscrivevano la governance al tempo della vigilanza strutturale per cui le imprese bancarie risultavano ingessate e condizionate dall'intervento pubblico nelle scelte gestionali e di politica creditizia. Il successivo avvento della vigilanza prudenziale ha interagito positivamente sulle possibilità, per gli operatori bancari, di vivere a pieno titolo un regime concorrenziale; donde il periodo di significativo sviluppo del settore riscontrabile agli inizi di questo millennio. La crisi finanziaria degli anni 2007 e seguenti ha interagito negativamente sulle modalità esplicative della governance bancaria in quanto le modifiche disciplinari introdotte dal regolatore europeo, soprattutto con riguardo alla problematica della risoluzione delle crisi bancarie, hanno mutato il tradizionale paradigma della governance ascrivendo specifiche responsabilità patrimoniali agli stakeholders, e finanche ai depositanti. Nel delineato contesto assume, poi, specifico rilievo la tendenza verso la grande dimensione bancaria che si traduce nell'affermazione di società a capitale diffuso e nel contestuale ridimensionamento di quelle medio-piccole. Si assiste, quindi, ad una mutazione genetica di alcune categorie bancarie in occasione della creazione, disposta da alcune recenti leggi, dei gruppi bancari cooperativi, destinati ad aggregare enti creditizi della categoria in vista di un agere comune e dell'applicazione di alcuni meccanismi di solidarietà infragruppo. Naturalmente un'analisi della metamorfosi della governance bancaria non poteva trascurare di esaminare l'incidenza dell'innovazione tecnologica in ambito finanziario; da qui il rilievo ascritto alla verifica dei profili caratterizzanti il fintech, indagine quest'ultima che affronta una delle più interessanti tematiche oggetto di dibattito a livello domestico e internazionale.