Questa seconda edizione della guida è stata impostata sulla classificazione fortemente innovativa - del DSM-5, diffusa in Italia nell'aprile 2014. Dall'amplissimo novero dei disturbi classificati nel manuale sono stati necessariamente presi in considerazione soltanto quelli che possono assumere interesse ai fini valutativi medicolegali, da un lato in ragione della loro correlabilità eziologica ad eventi psico-traumatici (non a caso espressamente presa in considerazione dallo stesso DSM-5, nonostante la sua tradizionale impostazione aneziologica), dall'altro in quanto utilizzabili come categorie nosologiche rappresentative di condizioni invalidanti assumibili come paradigmi di riferimento quantificativo, adottando un doveroso rapporto proporzionalistico tra l'intrinseca gravità di ciascuna categoria nosologica. Ovviamente, anche all'interno delle singole categorie nosologiche sono stati scanditi diversi livelli di gravità, modellati secondo una sinossi comprensiva del risalto sintomatologico stimabile sulla scorta della letteratura psichiatrica e dell'esperienza clinica, oltre che delle indicazioni del DMS, con l'aggiunta di quelle del PDM: queste ultime atte a conferire una maggiore ampiezza prospettica ai criteri del primo, attraverso l'integrazione con quelli di stampo psicodinamico del secondo.