Il volume indaga il diritto a trattare dati personali nell'ambito dello svolgimento dell'attività economica, alla luce del nuovo regolamento europeo in materia di protezione e libera circolazione dei dati personali (Reg. UE 679/2016). L'opera si sofferma sull'inquadramento teorico di tale situazione giuridica. Presentando un significativo capovolgimento di prospettiva rispetto alle riflessioni tradizionalmente condotte dalla dottrina (la quale ha dato finora rilievo predominante al diritto dell'interessato alla protezione dei propri dati personali), il volume pone attenzione al diritto a trattare dati personali altrui nel contesto dell'attività professionale e di impresa, utilizzando dapprima le categorie della fattispecie giuridica (nella sua dimensione valutativa), del fatto giuridico (dinamicamente inteso nella sua dimensione causale ed effettuale) e del c.d. "potere di predisposizione". Vengono poi analizzati i contenuti e le caratteristiche del diritto in questione, ponendo attenzione alle facoltà ed ai poteri del titolare del trattamento, agli elementi costitutivi del diritto in esame (anche con riguardo al ruolo delle condizioni di liceità del trattamento), nonché ai limiti strutturali che il medesimo incontra. L'indagine viene condotta tenendo conto delle inevitabili connessioni sia con la libertà di circolazione dei dati, sia con la libertà di iniziativa economica e di impresa (di cui agli artt. 41 Cost. e 16 della Carta dei diritti fondamentali dell'UE), sia infine con la c.d. libertà informatica, nell'incontro dialettico tra principio personalistico e libertà economiche. L'indagine viene condotta tanto con riguardo all'ordinamento nazionale che a quello europeo e mette in risalto la necessità di rimeditare il bilanciamento tra il diritto alla protezione dei dati personali e il diritto a trattare dati personali nell'ambito dello svolgimento dell'attività di impresa, considerato quale situazione giuridica riconducibile nell'ambito dei diritti e delle libertà "fondamentali" dell'UE, tenendo conto del contributo della giurisprudenza della Corte di Giustizia dell'UE e del nuovo assetto normativo delineato dal regolamento europeo. Una riflessione specifica viene condotta, nella prospettiva del bilanciamento, sul ruolo del c.d. "legittimo interesse", quale condizione di liceità del trattamento alternativa al consenso dell'interessato. Viene anche discussa e criticata la recente scelta del legislatore domestico di incidere sulla disciplina del legittimo interesse, con norme nazionali che si presentano incompatibili con le soluzioni delineate dal legislatore europeo. L'opera, per le sue caratteristiche e per i suoi contenuti, si presenta utile anche ad impostare il discorso sul coordinamento tra regolamento europeo e norme nazionali in tema di protezione dei dati personali, uscendo dalla logica restrittiva secondo cui il titolare del trattamento è visto pressoché esclusivamente come soggetto destinatario di obblighi di protezione a tutela dell'interessato, riconoscendogli anche il ruolo di soggetto titolare di specifiche prerogative soggettive attive, che interagiscono e si confrontano in maniera dialettica con le prerogative facenti capo all'interessato, in vista del raggiungimento delle legittime finalità del trattamento, perseguite nell'esercizio di libertà considerate "fondamentali" dall'ordinamento eurounitario.