Dal punto di vista del diritto privato l'applicazione dell'intelligenza artificiale agli scambi commerciali, alla raccolta e al trattamento dei dati personali, alla utilizzazione di robots, alla predisposizione degli atti giudiziari crea problemi di ogni tipo, ponendo il giurista in una difficile e stimolante ricerca dei modelli giuridici per qualificarne gli effetti e dei rimedi per apprezzarne i profitti e per compensarne i danni. Da qualche decennio in via crescente, ed ora in modo sempre più imperioso, l'intelligenza artificiale si è posta all'attenzione dei legislatori nazionali e dell'Unione europea, i cui organi hanno costruito intorno ad essa il mercato digitale e abbozzato le prime regole di carattere generale, contenute in regolamenti e direttive. Nel promuovere lo sviluppo tecnologico e l'applicazione dell'intelligenza artificiale in ogni settore l'Unione ha cercato di salvaguardare i diritti della persona, tutelare i contraenti deboli, riparare i danni con tecniche risarcitorie fondate sulle diverse graduazioni dei rischi e nel contempo rafforzare il mercato in cui block chains e smart contracts costituiscono il veicolo di sviluppo economico e di innovazione.