Ultimo libro di Giovanni Sias, le "Lettere sulla psicanalisi", che coprono un lasso di quasi vent'anni - la prima del 2000, l'ultima dell'agosto 2019 -, la maggior parte delle quali difficilmente reperibili se non introvabili, sono state tutte precedentemente pubblicate in libri, riviste, siti, blog, ma solo riunite nell'insieme acquistano la loro forza dirompente. Le lettere attraversano praticamente tutte le questioni "roventi" della psicanalisi di questi ultimi terribili trent'anni: la legge 56/89 (legge "Ossicini") che ha regolamentato le psicoterapie; la differenza irriducibile tra la psicanalisi e la psicoterapia; i presunti vantaggi di una Realpolitik che ha condotto gli analisti a sacrificare l'inconscio in cambio della rispettabilità professionale e di un posto in società; l'opposizione alla medicalizzazione della psicanalisi e la necessità di emendarla dal suo «peccato di gioventù»: il gergo psichiatrico che la parassita; l'opportunità di rinunciare alla pretesa di «curare presunte psicopatologie» e di «continuare a giocare al dottore» (la psicanalisi non è una cura); le possibili prospettive attuali di una formazione analitica estranea alle scuole di psicoterapia; la critica dell'"epigonismo" e infine il congedo dalla Laienanalyse e la necessità di pro-gettare una psicanalisi «al di là del Novecento». Questa seconda edizione, interamente rivista in occasione della pubblicazione cartacea, è preceduta da un altro importante testo di Sias, "La psicanalisi oltre il Novecento" - tradotto in francese e in spagnolo -, pubblicato nel 2018, che potrebbe essere la prefazione ideale alle Lettere.