I due diari di Francesco Ippoliti sono intitolati: "La deportazione. Sei mesi e mezzo di sofferenze fisiche e morali - 19 novembre 1926 - 6 giugno 1927 Pantelleria" e "La deportazione - Sette mesi e mezzo di dimora a Lipari - 30 settembre 1927 - 12 maggio 1928". I testi sono scritti a penna su due fascicoli di carta comune allora chiamata commerciale, piegati trasversalmente nel mezzo. La scrittura non è una bella scrittura, ma è una scrittura bella, nel senso che è nitida, ben comprensibile. Le pagine sono numerate e il testo fluisce senza interruzioni richiamando le date secondo come gli eventi si andavano verificando. La lingua è di un italiano corretto anche se alcune volte presenta termini antiquati o parole francesi. Descrive le sue sofferenze con animo che sembra distaccato e con frasi proprie di un medico; salace nel manifestare critiche, non esprime parole irriguardose verso chicchessia. Non mancano, anzi sono frequenti, brani di delicata descrizione dei luoghi certamente incantevoli, come sono quelli delle isole del Mediterraneo, oltre a veri e propri componimenti poetici.