Il diario del sergente granatiere Mario Piccinin. «Stamane verso le 8 altri bombardamenti che si ripetono nel primo pomeriggio. Giornata con cielo sereno ma freddo intenso. Ora sto scrivendo al lume dell'anticongelante. Ho scritto a Elena. Sono molto giù di salute, dimagrisco continuamente.» Nonostante la lontananza da quel fiume Don e da quelle città dai nomi difficili da pronunciare, la campagna militare in Russia è per noi oggi un luogo della memoria. L'ampia regione dove combatterono i soldati italiani è divenuta uno spazio fisico e mentale fortemente impresso in coloro che riuscirono a rientrare e in tutti quelli che, a casa, attesero per mesi di rivedere il proprio caro. Uno di quei soldati fu Mario Piccinin, sergente granatiere, che ci ha lasciato un diario: dal 6 aprile 1942 al 12 maggio 1943, uno scritto del suo vissuto sul fronte e nella tremenda ritirata, braccato dall'Armata Rossa a 40 gradi sotto zero. Un documento personale che la custodia del tempo ha tradotto in documento storico: la storia vista con gli occhi di un soldato.