Voce dell'io, aperta, illimitata, affettiva, la scrittura epistolare è stata una componente fondamentale, anche se spesso nascosta, della letteratura del Novecento. Questo libro, risultato di ricerche condotte su testi per la maggior parte inediti, ne mette in luce quattro casi esemplari. I primi due arrivano dalla Trieste degli anni che precedono la Grande Guerra: le lettere di Elody Oblath a Scipio Slataper testimoniano l'ansia espressiva di una giovane donna a confronto con il brillante autore de "Il mio Carso", quelle di Giani e Carlo Stuparich ci fanno entrare nel dialogo tra due fratelli impegnati nella costruzione della loro coscienza umana e letteraria. Con il carteggio tra Dino Formaggio e Antonia Pozzi, un'altra giovane donna inquieta, destinata a fama postuma grazie alle poesie di Parole, ci spostiamo nella Milano fascista del 1937-38; approdiamo infine agli anni '60 con le tre appassionate lettere di Goffredo Parise (riprodotte nel volume) all'amico Licisco Magagnato, direttore a Verona del Museo di Castelvecchio, e con il carteggio tra lo stesso Parise e Vittorio Sereni, in rappresentanza dell'editore Mondadori, per la pubblicazione di un romanzo epocale come "Il Padrone".