Una coreografa in cerca di una dimora dove dare tempo ai pensieri e lasciarli liberi di trovare una forma. Un organizzatore teatrale dalla sensibilità d'artista, pronto a comprendere appieno esigenze non dette e ad accompagnare per un tempo lungo - tre anni - un processo creativo che è anche esistenziale. "The choreographic novel" è il racconto di questo incontro, del perché Antonio Cioffi di Hangartfest e la coreografa Marta Bevilacqua si sono scelti e cosa hanno saputo costruire insieme. Al centro del volume l'illuminante diario di bordo dell'autrice diviso per i tre progetti, che rivela la complessità di tutte quelle sollecitazioni che nutrono un immaginario e danno sostanza al movimento e al corpo scenico. Ma anche, in controluce, un diario di crescita personale, di un fermento interiore pronto a trovare meditato sfogo nell'atto creativo. A corollario di questo processo creativo c'è traccia dello sguardo esterno di alcuni testimoni privilegiati: una spettatrice di professione, il critico Silvia Poletti, e un gruppo di spettatori neofiti, che hanno còlto nei lavori dell'autrice esattamente ciò che ella voleva raccontare, scoprendo l'efficacia della danza come espresione.