Questa è la leggenda degli uomini e delle donne che vissero il lungo tramonto del regno cristiano di Gerusalemme. Vite oscure o luminose, meravigliose o disperate comunque spese da protagoniste in quella drammatica epopea. L'autore non racconta di epiche battaglie, ci porta sul campo, non descrive la potenza dei baluardi cristiani e la ferocia degli assalti che subirono, ce le mostra nella cruda luce del sole implacabile di Palestina. Non parla della disperazione del maestro templare Ridefort né della sua follia, ce ne fa testimoni come ci fa testimoni allo strazio della morte del giovane Baldovino il "Re Lebbroso" e dello straordinario eroismo di Umfredo conte di Toron e di Giacomo d'Avesnes, il Primo Cavaliere. Ci accompagna di fronte allo sguardo ardente del nobile Taki al Din tutt'ora lodato dall'intero Islam come «colui che nutriva il più sincero odio per il regno dei franchi». Ci porta in battaglia con il nobile Salah al Din Ysuf ibn Ayyub al Malik al Nasir sultano di Siria ed Egitto nei suoi giorni di gloria e poi, alla fine, di fronte al tramonto del suo sogno di vittoria totale sugli adoratori della Trinità «Oh Allah! Oh Misericordioso! In cosa ti sono spiaciuto? Perché mi hai tolto il tuo favore?».