Quella delle antiche cascine della Brianza era una cucina moderata, assai parsimoniosa, forse un po' taccagna, attenta a tra via nagött, tutto serviva alle resgiure, le padrone della casa, per preparare una pietanza gustosa. Ci voleva solo tanta fantasia. I nomi dei piatti, che pochi oggi ricordano, erano il dizionario materiale della cultura contadina: el pancott, pane raffermo ammollato nell'acqua e cotto con un po' di formaggio, la frittata con i lovertis, i germogli del luppolo disponibili in quantità nei campi, le torte con i nomi di santi che si cucinavano solo in certe ricorrenze, i gôbb, pesci così poveri da valere meno della monetina coniata nel Cinquecento da un duca gobbo, il michén de Bager, panino Dop ante litteram, il pan de mej, fatto con la farina di miglio da non confondere con il pan mejn aromatizzato con fiori di sambuco. Emilio Magni, cantore della cultura brianzola e milanese, ha mescolato nella grande pentola della memoria le ricette di questi piatti con tante storie e ha messo in tavola un libro che sa di infanzia, di ricordi belli, di una vita in cui davvero si viveva a chilometro zero.