Poco prima degli inizi del Novecento, compare tra i manuali per bartender, The Mixicologist di C.F. Lawlor; seppur meno noto nei confronti di Jerry Thomas e Harry Johnson, Lawlor era già conosciuto come chef bartender di Grand Hotel ed all'epoca in cui uscì il testo (1895), lavorava presso il Burnet House di Cincinnati. Il libro raccoglieva numerose ricette di "fancy drinks", ma anche i "classici" juleps, cobblers, cocktails e così via. Ma Lawlor si rivelò un Bartender dalle mille risorse, per cui nella sua raccolta non si limitò solo a riportare ricette, bensì anche a proporre piatti più o meno esotici (tra cui un menu per la cena di ringraziamento ed una zuppa di tartaruga verde); troviamo anche consigli per degustare il vino, informazioni sull'enologia americana (con la previsione dell'exploit dei vini californiani, cosa puntualmente avveratasi). E poi: un capitolo su salute ed alcool, con dati strabilianti, suggerimenti per gli aspiranti barman. Per la prima volta viene tradotto in italiano questo classico della miscelazione che aiuta lo studioso ed il bartender a riscoprire le basi della miscelazione americana.