È interessante notare come, nonostante la rivoluzione francese avesse tagliato molte teste coronate, i titoli scelti esaltavano la "nobiltà" dei cuochi. Tra queste tipologie di pubblicazioni ci fu anche il "Vero re dei cucinieri" di G. Belloni che uscì a fine XIX secolo... Tra i manuali apparsi negli stessi anni della prima pubblicazione del "Vero re dei cucinieri" (1890) ci fu pure "La Scienza in cucina" e l'"Arte di mangiar bene" di Pellegrino Artusi (1891), opera diventata dopo numerose ristampe il testo gastronomico dell'Italia unita. Tra l'opera del Belloni e quella dell'Artusi c'era una chiara similitudine: entrambe erano animate dagli ideali borghesi di decoro, moderazione e buon gusto, proponendo un modello di cucina nazionale ed "economica", selezionata dal ricchissimo patrimonio gastronomico delle regioni. Fu probabilmente il successo editoriale de "La Scienza in cucina" e l'"Arte di mangiar bene", dovuto anche ad una più ampia visione socio-educativa rispetto al "Vero re dei cucinieri", a far aggiungere nelle edizioni successive del testo di G. Belloni, una sezione di cucina per le persone di "stomaco delicato", portando le ricette al numero di 805.