In Cilento a Vatolla è sopravvissuta, in silenzio, per secoli una cipolla particolare, rosa tenue all'esterno con un cuore bianco dai tenui riflessi rosa, dolcissima e profumatissima. Furono i monaci basiliani che dall'Asia Minore la trapiantarono in terra cilentana e furono i monaci basiliani che insegnarono a tutte le popolazioni del Sud Italia la coltivazione degli ortaggi. Com'è noto Vatolla, non ebbe la fortuna di Tropea o di Montoro che sono note per la cipolla, Vatolla fu conosciuta e ricordata per aver ospitato Giambattista Vico, precettore in casa de Vargas, nobili napoletani di antica nobiltà spagnola. Ed ora che a Vatolla, il palazzo de Vargas ospita non soltanto la Fondazione Vico, ma anche un Museo della Civiltà contadina, la cipolla di Vatolla assurge, giustamente e legittimamente a nuova gloria grazie all'impegno di tre giovani chef (Gian Marco Carli, Salvatore Avallone, Davide Mea) esprimendosi con tutte le sue connotazioni caratteristiche e liberando dolcezza, nel tegame dove la Genovese regna sovrana.