Daniela, prendendoci per mano, ci porta a passeggio attraverso più di un secolo di storia, quella dei nonni e poi la sua, con l’ausilio delle sedici case che ha abitato, illustrandoci avvenimenti e aneddoti, condendoli di profumi ed emozioni da poter condividere insieme. La voce narrante dei ricordi è inizialmente quella di una bimba, poi di un’adolescente e infine di una donna, perché i ricordi funzionano così, con la voce del cuore. L’Africa è il teatro principale del racconto. Il continente definito “la culla dell’umanità”, da cui il richiamo atavico che genera il “Mal d’Africa”.