Un racconto acuto e verosimile di un futuro all'apparenza visionario, dove la pandemia dura da anni, le persone e le idee sono merci da vendere, la felicità è raggiunta attraverso l'assunzione di pillole e i nostri ritmi lavoro-sonno-consumo sono dettati dallo Stato. Il tutto condito con una dose massiccia di ironia che spesso mi ha fatto sorridere, stemperando l'inquietudine. In questo scenario surreale, dove la paura si traduce in aggressività e sconforto più che in ubbidienza, si muovono Michele, rider di Happydemia - multinazionale per la distribuzione di psicofarmaci; Miriam, un'intrigante ragazza che consegna i farmaci ai Vip; i complottisti che complottano; i negazionisti che negano di esserlo; una serie di Ministri che cercano di fare il possibile per tenersi il potere; un ex Primo Ministro dell'Interno frustrato dalla nuova condizione di anonimo cittadino; quelli che non lavorano; quelli che possono farlo da casa; e non ultimo il potentissimo capo di Happydemia. Michele ha voglia di vivere, di provare emozioni, di continuare a lottare per il suo futuro, perché, nonostante tutto: "la vita non si ferma, si continua a respirare, a mangiare e a innamorarsi anche quando tutto sembra fermarsi e morire".