Nonostante la cefalea a grappolo affligga circa tre persone su mille, come la sclerosi multipla e il morbo di Parkinson, risulta quasi completamente sconosciuta al pubblico e purtroppo anche alla maggior parte dei medici e alla politica sanitaria. Eppure si tratta di una malattia tremenda, il dolore più intenso che l'uomo possa provare, descritto da chi ne soffre come uno spillone infuocato infilato nell'occhio, una tortura così intensa che ogni volta che arriva pensi che l'unica soluzione sia farla finita (motivo per cui è nota con il nomignolo di cefalea da suicidio). «Di mal di testa non si muore», lo dicono tutti. È uno degli ostacoli più grandi che si trova a dover affrontare chi ne soffre. Attraverso le parole, Lorenzo Muraca cerca di far comprendere meglio la condizione di chi soffre di cefalea a grappolo, con una scrittura che si mette in moto, indaga cause, motivazioni e aiuta a ricomporre quella giusta distanza, protegge da coinvolgimenti estremi ed è infine capace di donare una rotazione dello sguardo, una nuova prospettiva, un nuovo punto di vista.