Il libro si inserisce in un cammino professionale che ha portato l'autrice, come molti suoi colleghi, a riflettere sul vero significato di percorsi terapeutici intensivi applicati a pazienti con scarse o nulle probabilità di sopravvivenza, e il cui peso per il neonato è enorme e, quindi, discutibile. Si è infatti diffusa una maggiore consapevolezza delle conseguenze umane e affettive, ma anche sociali, che le cure intensive impongono al paziente stesso e alla sua famiglia. Il volume ripercorre le tappe e gli enormi successi che la neonatologia ha conseguito negli ultimi 50 anni; passa attraverso le statistiche di sopravvivenza e di mortalità, l'incidenza di handicap e disabilità nei sopravvissuti, gli atteggiamenti terapeutici nei vari paesi, europei ed extraeuropei, la legislazione italiana e straniera. L'ambito di riflessione bioetica vuole interrogare la società sul vero fine delle cure intensive nei piccolissimi e sull'identificazione del vero interesse del bambino.