L'epilessia è una malattia nota fin dai tempi antichi, ma spesso viene trattata come un qualcosa di magico, misterioso e sacro, laddove è una pura e semplice sindrome legata al corpo umano. Questo libro vuole in prima istanza mettere l'accento su ciò, dando particolare importanza alle conseguenze psicologiche e sociali della malattia, piuttosto che agli aspetti scientifici che competono professionisti più titolati. L'autore intende descrivere questa condizione attraverso lo spettro delle emozioni e la figura di Ippocrate di Coo sullo sfondo fa da amico immaginario a cui raccontare le proprie ansie passate e presenti. Ippocrate, il medico che ha avuto il merito di "desacralizzare" la malattia, diventa così depositario dei pensieri dell'interlocutore e, attraverso la riflessione, incita l'autore, ferito da una società persa in una contemporaneità impietosa fatta di pandemia, crisi e guerra, a riscoprire i propri valori, che capirà essere ancora vivi e forti, nonostante tutto.