Lynch e l'oscenità del reale, Tarkovskij e la Cosa, l'horror sociale del nuovo Joker di Todd Phillips. Chi se non Zizek poteva lanciarsi nell'impresa tanto folle quanto affascinante di "smontare" il cinema d'autore per osservarlo nel suo strato più profondo? Con l'irriverenza e la genialità che lo contraddistinguono, il filosofo sloveno mostra come il cinema sia teatro di una straordinaria esperienza del Sublime che, in quanto tale, non può essere colta appieno dalla critica. È nello sguardo che cinema, filosofia e psicoanalisi possono incontrarsi e comprendersi reciprocamente.Questa raccolta di saggi su alcuni dei registi più importanti della storia cinematografica ne è una dimostrazione. Introduzione di Damiano Cantone.