L'autore prende in esame il sottobosco erotico della produzione cinematografica italiana degli anni Sessanta e Settanta, cioè tutti quei film che vedono come protagoniste professoresse di lingue, bolognesi, dottoresse alle grandi manovre, affittacamere procaci, cugine o zie dispostissime ad insegnare l'abc dell'amore a cuginetti o nipotini (e via di questo passo). Pellicole che la critica ben raramente si degna di considerare. L'autore fa una netta distinzione fra film porno (o hard core) e questa commedia all'italiana, mettendo in evidenza le conseguenze negative derivate dalla cosiddetta repressione sessuale che fu attuata nel nostro paese. Il più sfacciato (ma ambiguo) permessivismo ha finito per nullificare amore e sesso, piacere ed eros, ricordando come questi lavori (alcuni dei quali non privi di ritmi agili e piacevoli, come ad esempio quelli dello spiritoso Laurenti) vengano per i rami delle commedie rosa, dalle commedie dei telefoni bianchi del nostro cinema degli anni Trenta e Quaranta. I prototipi sono gli stessi: classi miste, liceali, studenti imbranati, professori impacciati... Solo che cambiano logicamente le facce.