Mai come durante il festival di Cannes il sogno della pura creazione artistica e la cinica anima mercantile del cinema si confrontano senza esclusione di colpi. Per dieci giorni nel 2012 una celebrità del piccolo e grande schermo, Alec Baldwin, e un'icona del cinema indipendente americano, James Toback, hanno vagato per la Croisette alla ricerca di finanziamenti per un improbabile film avventuroso-politico-erotico ambientato in Iraq e ispirato a "Ultimo tango a Parigi". I due protagonisti dialogano con star come Ryan Gosling e James Caan, maestri come Bertolucci e Coppola, produttori scettici e miliardari di ogni parte del globo. Il risultato è un film geniale e inclassificabile (né un documentario né un film di finzione), ironico e malizioso che al collage d'interviste alterna estratti di grandi classici e momenti di puro cinema-verità. L'immagine del festival che restituisce è quella a un tempo di una giungla, del valhalla del cinema, di una fiera delle vanità e di un bazar in cui arte e profitto cercano un impossibile punto di equilibrio. Eppure c'è chi, oggi come ieri, ancora e nonostante tutto non riesce a resistere alla tentazione diabolica di una bella storia d'amore da raccontare con il cinema. Toback e Baldwin rimarranno disperatamente sedotti. Finiranno con l'essere abbandonati?