Completato pochi giorni prima della morte del tutto inattesa del suo autore il 9 novembre del 1953 a New York, "Sotto la Selva Lattea" ("Under Milk Wood") è senz'altro il capolavoro di Dylan Thomas, e di sicuro il testo su cui lavorò più tempo. Nell'opera confluiscono difatti tutte le correnti creative che hanno vivificato la multiforme produzione del grande autore gallese: dalla vigorosa facoltà immaginativa con cui il poeta diede consistenza cosmica alla meticolosa auscultazione della materia organica, alla scanzonata amarezza con cui il narratore dipinse il mondo mitico e malsano di un'adolescenza eletta a unica possibile età della vita. Senza ovviamente dimenticare la tensione alla polifonia realista con cui già durante la guerra si era destreggiato il compositore di originali radiofonici e di sceneggiature cinematografiche, e infine la grande imbragatura ritmica con cui lo straordinario performer aveva con la sua profonda «voce d'organo» incantato prima i radioascoltatori inglesi e poi il vasto e adorante pubblico dei college americani. Nato esplicitamente per la radio, ma sùbito ripensato come una sorta di oratorio, e immaginato persino come uno spettacolo teatrale e una possibile sceneggiatura per lo schermo, il testo di "Sotto la Selva Lattea" non appartiene ad alcun genere letterario, per il semplice fatto che ne fonda uno completamente nuovo, e modernamente fluido: la «Recita per Voci» («Play for Voices»).