Un attore che sa usare il valore della recitazione deve essere in grado di rappresentare svariati personaggi, appartenenti a qualsiasi contesto o ceto sociale. La sua arte è proprio nella capacità di trasformarsi in un essere "altro", che cammina, pensa e sente in modo diverso dal proprio. Ma come può, ad esempio, una studentessa universitaria impersonare una madre di famiglia o una prostituta? O uno scapolo impenitente entrare nei panni di un marito o di un padre? Partendo dal presupposto che ognuno di noi serba dentro di sé il potenziale per esprimere l'intera gamma dell'esperienza umana, Fay Simpson ha messo a punto una tecnica capace di riportare l'attore alle radici del proprio sentire per poi espandere conoscenza e consapevolezza, fino ad abbracciare e rivelare l'intera ricchezza dei comportamenti e dei pensieri che animano i personaggi che incontra. Traendo ispirazione dalla teoria dell'ombra di Carl Jung ma anche dalla Conctat Improvisation, il metodo Meisner, i recenti risultati delle neuroscienze, un training olistico per permettere agli attori di abbandonare quelle abitudini fisiche ed emotive che inibiscono il proprio potenziale recitativo. Un libro mai astratto che si snoda attraverso pratiche ed esercizi progressivi sviluppati per consentire all'attore di superare il proprio ego e rendere il corpo che agisce uno specchio veritiero dei molteplici aspetti dell'umanità.