Svezia, primavera 1965. Ingmar Bergman ha appena abbozzato il soggetto per un film ("Persona") ed è alla ricerca di due attrici. Sulla sua scrivania ci sono delle fotografie, scattate da un amico. Le osserva, una ad una. L'attenzione si concentra subito su un volto. Il regista si ricorda di quel viso, la donna era venuta in visita al Dramatiska Teatern di Stoccolma, mentre era direttore. "Era considerata una grande promessa, si chiamava Liv Ullmann". Così inizia la storia cinematografica di Liv Johanne Ullmann (Tokyo, 1938), ad oggi una delle più intense attrici di cinema e teatro a livello internazionale. Straordinaria interprete di opere bergmaniane ("Persona", "Sussurri e grida", "Sinfonia d'autunno", "Sarabanda"). Ha realizzato due autobiografie divenute bestseller, "Cambiare" e "Scelte", e diretto cinque pellicole: "Sofie", "Kristin Lavransdatter", "Conversazioni Private", "'infedele", "Miss Julie". Questo libro racconta l'incontro tra l'artista e una studiosa di cinema. Un gioco di sguardi, di esperienze artistiche e di vita.