Il pensiero umanistico di Carlo Ludovico Ragghianti si è mosso in svariati ambiti, dalla critica d'arte alla letteratura, dal teatro alla filosofia, fino ad approdare al cinema, territorio nel quale il suo contributo si proietta nel più ampio contesto europeo, in stretta relazione con teorici del calibro di Rudolph Arnheim, Béla Balázs o Sergej M. Ejzenstejn. Precursore della interdisciplinarietà come modello ermeneutico, Ragghianti amava definirsi un «linguista delle arti figurative», scavalcando così i limiti di un sapere specialistico. A trent'anni dalla sua scomparsa, questo volume mira a esplorare le riflessioni del critico nel campo dei linguaggi della visione per riannodare il suo sguardo all'attuale panorama della visual culture.