Un destino da gigante. Acrobata, attore in osannati film storico-mitologici a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta (tra i quali 'Il Colosso di Rodi', 'Maciste l'eroe più grande del mondo' e 'La vendetta di Spartacus'), controfigura (celebri quelle di Charlton Heston e Stephen Boyd in 'Ben Hur'), maestro d'armi di decine di film (tra cui i celeberrimi 'Barabba' e 'L'armata Brancaleone'), soggettista, sceneggiatore e infine egli stesso regista di b-movies, soprattutto parodie: western comico-grotteschi o di genere "mafiologico", e un "piccolo ma notevole - scrive Steve della Casa nella prefazione - film d'azione: 'Una spada per Brando'". L'avventuroso, indomito Alfio Caltabiano, di padre siciliano e madre umbra, è un personaggio leggendario del cinema italiano. Notissimo agli addetti ai lavori e ai cinefili, lo è meno al grosso pubblico, anche per la sua improvvisa (e forse improvvida) decisione di abbandonare deluso e amareggiato il mondo del cinema per dedicarsi totalmente a un'opera titanica: la costruzione con le proprie mani di Monte d'Oro, eclettica, monumentale villa di Grottaferrata edificata con reperti di scavo, recuperi da demolizioni, portali, colonne, balaustre, travi secolari, padiglioni in bronzo, lampioni in ferro battuto, pavimenti in travertino, soffitti in stile pompeiano, mosaici, piscina... Il volume della sceneggiatrice è arricchito da un esclusivo dvd con foto, spezzoni dei film e immagini delle fasi di costruzione di Monte d'Oro.