Ricordate la memorabile sequenza di "Kill Bill: Vol. 1", in cui Elle Driver viene inviata a uccidere La Sposa nel suo letto d'ospedale? O la scena della rapina che apre "Pulp Fiction", o ancora l'inizio di "Bastardi senza gloria", con la visita dell'ufficiale nazista nella fattoria in cui è nascosta una famiglia ebrea? Al di là dei dialoghi, delle performance degli attori e della sceneggiatura, questi e altri momenti del cinema tarantiniano esemplificano perfettamente le tecniche di ripresa e gli espedienti visuali a cui il regista affida la potente narrazione visiva delle sue storie: abile in questo come pochi altri registi contemporanei, Tarantino sa come impiegare posizioni e movimenti della cinepresa per comunicare al pubblico emozioni come la tensione, il senso del conflitto o di una minaccia incombente, il presentimento di una violenza esplosiva. Proprio prendendo le mosse da alcune delle magistrali riprese di cui il cinema tarantiniano abbonda, Kenworthy esamina nel dettaglio questi particolari codici espressivi: alla loro luce decifra le singole inquadrature di ogni sequenza selezionata, spiega i meccanismi psicologici innescati nello spettatore dai movimenti della macchina da presa ed enuclea delle regole generali da applicare ai casi simili. Un vero manuale di regia pratica che ciascun cineasta - anche alle prime armi - potrà facilmente testare sul campo per infondere al proprio racconto la giusta suspense visiva.