In questo testo l'autore propone la sua interpretazione del contributo che il cinema sperimentale ha fornito all'affermarsi del cinema come arte autonoma, dotata di un suo statuto specifico. Il filo conduttore dell'analisi, che dalle opere ispirate alle avanguardie storiche si snoda fino ad arrivare alle produzioni underground di fine anni '60, è infatti il rapporto, apparentemente paradossale, fra le diverse forme d'arte e il cinema sperimentale. Quest'ultimo infatti, nella sua ricerca di un "cinema puro", affrancato da ogni elemento che non sia filmico, riesce a realizzare le proprie qualità più specifiche proprio attraverso le strutture e i linguaggi dell'arte, della musica, della letteratura.