Trevignano era allora un piccolo villaggio di contadini e pescatori sulle rive del lago di Bracciano: poco più di mille abitanti, oltre a somari, pecore e galline. Un giorno nonno Fabio disse: "Questa gente merita il cinematografo". Così andò a Roma, comprò un proiettore "modello Balilla", lo piazzò nella sua falegnameria e nel 1940 iniziò le proiezioni. Chi non aveva i soldi per il biglietto, pagava con frutta e uova. Ha inizio così l'avventura di questo cinema che ha appena compiuto 80 anni e che è stato fra i primi in Italia a riaprire dopo il lockdown. Sull'insegna c'è scritto Palma, il nome di famiglia, e Palmadoro è il racconto delle ormai quattro generazioni che se ne prendono cura, con coraggio, passione e fiducia nel futuro.