Bruno Mattei è stato per anni l'ultimo artigiano, un sopravvissuto, un regista che è andato oltre la crisi del cinema di genere. Mattei non si cura della scomparsa delle sale di terza visione, supera la fine delle salette a luci rosse, evita la televisione e continua a fare il cinema di genere che ama. Usa il digitale e i nuovi ritrovati della tecnica, produce film d'azione, cannibalici, horror, tonaca movie, women in prison. Merita di essere ricordato, pure se molti dei suoi film non sono capolavori: spesso tirati via, sceneggiati con disinvoltura, montati con lentezza, girati in pochi giorni e con mezzi insufficienti. È insopportabile che un regista come Mattei non venga nominato in nessuna enciclopedia cinematografica e che i più importanti dizionari (Mereghetti, Morandini e Farinotti) non prestino alcuna attenzione ai suoi film, omettendoli sistematicamente.