Tratto da una pièce di R. Fauchois, il film ne offre una lettura "anarchica", a immagine del suo brillante interprete principale: Michel Simon. Boudu è un vagabondo che, dopo essersi buttato nella Senna, si ritrova immerso nell'universo piccolo borghese dei suoi "benefattori", di cui sconvolgerà le abitudini. Saffar mostra come sia uno dei primi film di Jean Renoir a presentare una visione del mondo "completa" e proteiforme. Ancora più evidente se messo in relazione con i remake di P. Mazursky (1986) e G. Jugnot (2005).