Universalmente riconosciuta come pilastro della storia del cinema tutta, la figura di Giovanni Pastrone è stata a più riprese tratteggiata in più di un'opera critica. Il maestro italiano, più di un secolo fa, aveva già intuito molti meccanismi della macchina cinematografica e ha creduto nel potere emotivo del racconto per immagini in movimento. Gli anni in cui Pastrone inizia la sua attività sono quelli in cui il nostro cinema, dopo aver mosso i primi passi, si trasforma in una vera e propria industria, quelli in cui nascono e proliferano lungo tutto lo Stivale nuove case di produzione (la Ambrosio, la Cines, l'Itala), quelli in cui registi e produttori dimostrano quanto l'Italia possa dire la sua e competere non solo con i cugini d'Oltralpe, ma anche con i kolossal della lontana Hollywood. E il film simbolo della settima arte italiana viene diretto proprio da Pastrone: il suo Cabiria diventa una sorta di turning point del nostro cinema. Non solo per le innovative scelte registiche, la magniloquenza delle scenografie e la "grandeur" che traspare da ogni fotogramma, ma per la sua complessità che - come ricorda Vito Zagarrio nella sua Storia del cinema italiano - riesce a coniugare film storico e catastrofico, romance e melodramma, peplum e epica mitologica, in un mélange che rivela una conoscenza dei generi cinematografici sbalorditiva. Ed oggi è tempo di riguardare le pellicole di Pastrone e riscoprire il seme di quel linguaggio cinematografico che ancora fa brillare i nostri occhi davanti all'imponenza del grande schermo.