Sospeso fra le ultime persistenze di una ruralità che appare millenaria, i caratteri di una modernizzazione ancora da decifrare e il definitivo imporsi dei consumi, il cinema di Cecilia Mangini attraversa e descrive i grandi cambiamenti politici, sociali e culturali che investono l'Italia dagli ultimi anni Cinquanta agli Ottanta. A comporre l'opera di Mangini sono l'osservazione delle sopravvivenze arcaiche, le esplorazioni degli spazi periferici e marginali del Paese, l'indagine sulle nuove forme identitarie e collettive del presente, assieme all'interrogazione dei tristi segni di una storia recente ancora capace di proiettare la propria ombra sulla contemporaneità. In un dialogo ininterrotto con il dibattito dell'epoca, la produzione registica di Mangini e i suoi più importanti progetti non realizzati forniscono una preziosa rappresentazione delle complesse evoluzioni che innervano il contesto italiano nella seconda metà del Novecento.