Il viaggio nel film è sempre scoperta, racconto, anche autoanalisi, purificazione, ma i viaggi in Oriente sono anche storia di colonizzazione, di appropriazione di luoghi lontani, e per noi, spesso, di mitici orienti perduti. Ecco il taglio originale di questo volume che analizza il modo in cui, già a partire dall'epoca del muto, il cinema europeo e quello americano hanno rappresentato l'Oriente: in racconti biblici e cristologici legati al misticismo della Terra Santa ("Intolerance" di Griffith e "I dieci comandamenti" di De Mille, ma anche l'"eretico" Vangelo secondo Matteo di Pasolini); in avventure esotiche, favolistiche come "Il ladro di Bagdad" oppure drammatiche come "Narciso nero" e "Lawrence d'Arabia"; in una vasta produzione di cartoon (primo fra tutti, il celeberrimo "Aladdin" della Disney), ma anche attraverso lo sguardo anticonvenzionale di registi come Gillo Pontecorvo ("La battaglia di Algeri") o Bernardo Bertolucci ("Il tè nel deserto"). Introdotto dallo storico dell'arte Arturo Carlo Quintavalle, "Cinema orientalista" passa dunque in rassegna oltre un secolo di film occidentali attraverso una prospettiva sinora pressoché ignorata dalle monografie di cinema. Un racconto agile ma ricco di dati e notazioni, tra epoche, generi e differenti orienti cinematografici di riferimento (India, Cina, Giappone...). Prefazione di Arturo Carlo Quintavalle.