Gli anni Settanta segnano un sostanziale mutamento nella rappresentazione dell'horror cinematografico. I mostri classici (vampiri, mummie e lupi mannari) se ne vanno gradualmente in pensione, e la paura inizia a essere trasmessa attraverso nuovi personaggi. Anche l'ambientazione e i tempi cambiano, il sangue non scorre più in periodi e paesi a noi lontani. Il terrore si sposta in realtà metropolitane e domestiche che potrebbero appartenere a chiunque, il male è all'interno della società e della famiglia. E allora ecco film come L'esorcista, Il presagio, Non aprite quella porta, Baby Killer e i nuovi filoni: quello slasher, quello satanico, quello splatter. Poi animali assassini di ogni genere, da Lo squalo fino ai ragni e alle pecore. E infine la Blaxploitation, la curiosa corrente artistica capitanata da registi e produttori di colore e attiva anche nel genere horror con film che erano, per lo più, remake di grandi successi realizzati da cast bianchi. In poche parole, una rivoluzione. Un grande appassionato e specialista del genere ci conduce nei meandri del nuovo orrore degli anni Settanta, ricapitolando le tappe di una vera e propria rivoluzione del gusto e dell'immaginario, che dagli Stati Uniti contagerà presto anche l'Europa, Italia compresa.