Il libro, cui Germano Celant lavorava da anni, viene pubblicato postumo e rappresenta il testamento professionale e spirituale del curatore, noto e stimato a livello internazionale. Il volume racconta la logica dell'esporre che ha caratterizzato il lavoro di Celant (Genova 1940-Milano 2020), presentando, in ordine cronologico, una selezione di 34 mostre (da Arte povera - Im-spazio, Genova, 1967, a Post Zang Tumb Tuuum: Art Life Politics. Italia 1918-1943, Milano, 2018, passando per Identité italienne. L'art en Italie depuis 1959, Parigi, 1981; Futuro Presente Passato, 47. Esposizione Internazionale d'Arte di Venezia, 1997; When Attitudes Become Form. Bern 1969/Venice 2013, Venezia, 2013; e Arts & Foods. Rituals since 1851, Milano, 2015), che si è voluto ricostruire sia a livello ideativo sia a livello visivo, attraverso i testi teorici apparsi nei rispettivi cataloghi e oltre 400 immagini di allestimenti. Emerge così l'evoluzione nella pratica curatoriale di Celant, dall'interpretazione personale all'attenzione per il documento storico, con lo sguardo sempre rivolto verso i media non tradizionali (libro, disco, fotografia) e verso gli sconfinamenti tra i diversi linguaggi (arte, architettura, design).