di Luca Bonifacio
Ron Rash è considerato uno degli autori di riferimento della letteratura americana contemporanea. Abbiamo imparato a capirlo quando, tre anni fa, La Nuova Frontiera ha portato per la prima volta un testo di Ron Rash nelle librerie italiane, pubblicando il suo primo, trascinante romanzo Un piede in paradiso, un romanzo polifonico capace di travalicare i confini, i generi e le frontiere, che racconta la storia di chi scompare in una terra sottratta alla comunità: qualunque essa sia.
Abbiamo imparato a conoscere Ron Rash soprattutto per il suo senso del paesaggio, per il modo in cui nei suoi romanzi la natura selvaggia e la vita di provincia assumono un senso proprio, come in La terra d'ombra, ambientato in un'angusta valle fra la catena montuosa degli Appalachi, imbevuta di superstizioni, pregiudizi ed echi di guerra.
Che si tratti infatti di un fiume ghiacciato nella texana contea di Watauga, o di un oscuro lago nella contea di Oconee, ogni suo romanzo ha le radici profondamente piantate nella terra che racconta, e proprio per questo si trovano ubicati nella collana “La frontiera selvaggia” in compagnia di libri come Missisipi Solo di Eddy L. Harris, Le stelle si spengono all'alba di Richard Wagamese o Una passeggiata d'inverno di Henry David Thoreau.
Si tratta di una forma di narrazione che anche nel suo ultimo romanzo Il custode - da poco pubblicato sempre per La Nuova Frontiera e, come sempre, tradotto dalla penna di Tommaso Pincio - fa genere a sé. Infatti qui siamo a Blowing Rock, nel Nord Carolina degli anni cinquanta, dentro alla storia di Blackburn Gant, un ragazzo affetto da poliomielite che alla veneranda età di sedici anni accetta di custodire un piccolo cimitero: una mansione che consiste nel prendersi cura tanto dei vivi quanto dei morti, di apprendere piccoli gesti di rispetto nei loro confronti. Cosa che si addice, comunque, al suo carattere profondamente introverso e soprattutto all'umanità bugiarda che abita il mondo. Almeno fino a quando il suo migliore amico Jacob Hampton, chiamato alle armi per combattere i coreani, non gli affiderà la moglie incinta Naomi, l'unica ragione per non pensare ai nemici che attendono nella gelida notte il suo scalpo, nonché la protagonista di un terribile inganno che coinvolge anche chi custodisce i morti proprio a Blowing Rock, di un segreto che urla verità.
E allora, in una storia in cui anche le lapidi assumono impensabili tratti vitali, in un romanzo incalzante e poderoso per poesia e ritmo, Ron Rash ci racconta e fa risuonare - tanto con estrema delicatezza quanto con cruda verità - la voce degli ultimi e degli emarginati, dei sentimenti e dei legami: una voce che diventa però, allo stesso tempo, il canto tellurico degli Stati Uniti e delle sue contraddizioni.
Ron Rash si muove così in questa sottile linea e nelle sue ombre, fra il racconto umano e il paesaggio naturale che lo circonda, travalicando sentieri e frontiere prestabilite tanto dei generi quanto dei paesi, raccontando le sfumature, i risvolti, le fragilità che accomunano l'umanità ai luoghi che abitano, i morti ai vivi, facendoci però capire con tutta la forza narrativa quanto, malgrado le apparenze, ?siamo stranieri su questa terra?.
Ma di tutto questo e di molto altro ne parlerà direttamente Ron Rash, nel tour italiano che lo attende a partire da lunedì 13 maggio per raccontare proprio il suo ultimo romanzo Il custode. Qui di seguito trovate le informazioni sugli appuntamenti in programma:
Libreria Fahrenheit 451, Piacenza
In dialogo con Enrico Forelli e Seba Pezzani
Libreria Biblion, Granarolo (Bologna)
In dialogo con Margherita Carlotti
Libreria Rinascita, Ascoli Piceno
In dialogo con Eleonora Tassoni e Luca Pantantetti
Libreria Feltrinelli, Pescara
In dialogo con Nicola Paladin
Spazio Supernova, Roma
In dialogo con Giordano Meacci