Giovedì 21 marzo alle 18.00, su #PDESocialClub avremo ospite Björn Larsson, per una volta in veste di filosofo e saggista, con il suo Essere o non essere umani. Ripensare l'uomo tra scienza e altri saperi, da poco uscito per i tipi di Raffaello Cortina Editore.
I lettori italiani conoscono e apprezzano da ormai più di un quarto di secolo il Björn Larsson romanziere, da quando, nel 1998, Iperborea tradusse La vera storia del pirata Long John Silver, conquistando da subito cuori e classifiche. Da allora sui banchi delle librerie si sono succeduti una quindicina di romanzi che hanno confermato sia la qualità narrativa che l'affetto del pubblico, calorosamente ricambiato da Larsson, motivo per cui la nostra intervista non avrà bisogno di interpreti, visto che negli anni lo scrittore svedese ha imparato a perfezione la nostra lingua.
A questa antica consuetudine mancava però un tassello. Björn Larsson, che quando non scrive i suoi romanzi insegna letteratura francese in Svezia, a Lund, è anche autore di importanti saggi tra storia della letteratura, linguistica e filosofia, finora mai tradotti in italiano. Risulta quindi abbastanza sorprendente la lettura di questo densissimo Essere o non essere umani: più di quattrocento pagine in cui filosofia, antropologia, linguistica, fisica e fisiologia si inseguono, si affrontano, si confrontano, si integrano e si smentiscono per arrivare a definire cosa è un essere umano. Anzi, cosa è un ?essere umano umano?, laddove il raddoppio dell'aggettivo umano indica qualcosa - qualcuno - che non è solo il rappresentante di una data specie animale, ma pienamente persona, pienamente soggetto grazie a quelle caratteristiche che irriducibilmente lo distinguono da altre specie animali, da altre realtà fisiche.
Per arrivare a distillare la definizione dell'essere umano umano, Larsson mette in campo una cultura enciclopedica - basta dare una scorsa alla meravigliosa bibliografia che occupa le quattrodici pagine alla fine del volume per essere colti da una golosa vertigine - che parte dalla paleoantropologia per arrivare alla fisica quantistica, ma tenendo al centro della riflessione e come perno dell'indagine un approccio filosofico. E forse una grande lezione di questo libro sta proprio anche nel dialogo continuo tra pensiero speculativo, la filosofia, e il controcanto offerto dalla ricerca scientifica: ogni intuizione, ogni riflessione deve misurarsi con le risultanze di una scienza sperimentale che in compenso sempre più si avvicina alle grandi domande essenziali che un tempo avremmo definito ?metafisiche?.
Tre aspetti verrebbe comunque da isolare nel gran mare attraversato assieme a Larsson: alla base dell'irriducibile umanità dell'essere umano c'è fondamentalmente la capacità tutta e solo umana di elaborare rappresentazione simbolica arbitraria, che solo in parte, ma decisiva, coincide con il linguaggio e che implica la consapevolezza di un oggetto anche in sua assenza, la sostituzione dell'oggetto con una sua rappresentazione arbitraria. La parola “banana” non ha niente a che vedere con il frutto giallo che nomina, ma sostituisce in maniera stabile e condivisa la percezione diretta del frutto medesimo. Da lì nascono la capacità di categorizzazione e il pensiero astratto, da lì deriva l'immaginazione, che a sua volta produce il concetto di futuro e a cascata quell'universo di astrazioni che è la matematica, quella particolare forma di equivalenza che è il principio di valore e a seguire il pensiero religioso, l'etica, la morale?
Non si condensano quattrocento pagine in cinquecento parole. Quel che il modesto recensore può però ribadire è che la lettura del Larsson saggista riesce a essere altrettanto appassionante e, sì, avventurosa della lettura del Larsson romanziere. Di tutto questo parleremo giovedì in streaming sulla pagina Facebook di PDE, di Raffello Cortina Editore e delle tante librerie indipendenti di #PDESocialClub che condivideranno l'evento. L'incontro si potrà seguire anche dal nostro sito, sul nostro canale YouTube e su LinkedIn.