Quando nel 2014 è uscito Spillover, saggio, scritto in forma narrativa, in cui il giornalista americano David Quammen raccontava l’evoluzione di alcuni dei nuovi patogeni attraverso le testimonianze dei maggiori esperti, medici e biologi, nel settore, non sapevamo niente e lo abbiamo letto quasi come un romanzo. Abbiamo seguito Quammen in questo viaggio quasi avventuroso alla ricerca dei cacciatori di virus, nelle grotte della Malesia sulle cui pareti vivono migliaia di pipistrelli, nel folto della foresta pluviale del Congo, nel bush australiano, nelle foreste amazzoniche e in megalopoli dalla inimmaginabile densità abitativa. Quando lo abbiamo riletto nel 2020, allo scoppio di una pandemia di Covid-19 che ci vedeva del tutto impreparati, ci è sembrato invece quasi una profezia, ma in realtà non c’era nulla di profetico nella scienza e in un libro che, semplicemente, ci stava dando alcuni strumenti per capire il mondo a partire dalla realtà osservabile.
Oggi David Quammen, che con Adelphi ha anche pubblicato Alla ricerca del predatore alfa (2005), L'albero intricato (2020) e il “microgramma” Perché non eravamo pronti (2021), torna a parlare dei virus con un nuovo libro, Senza respiro, in un modo profondamente cambiato dall’esperienza traumatica e condivisa che ha trasformato le nostre vite e il modo in cui guardiamo il presente e il futuro. Ma Senza respiro non è un corollario a Spillover, è un saggio che riflette su un evento che non eravamo pronti ad affrontare, nonostante avessimo tutti gli strumenti per pronosticarlo, partendo dal racconto delle nostre reazioni di fronte al trauma: da una parte, la ricerca di un capro espiatorio, il panico, e l'impulso, altrettanto irrazionale, alla rimozione; dall’altra la corsa della scienza nel trovare risposte e strategie alla diffusione del virus.
Con il solito linguaggio preciso, lo stile narrativo ma rigoroso, in Senza respiro Quammen traccia un percorso: mette in fila gli avvenimenti, raccontando quella che a volte ha l’aria di una partita a scacchi tra l’umanità e i virus, un po’ come succedeva nel Settimo sigillo di Ingmar Bergman tra il Cavaliere e la Morte. E in questo scenario, il giornalista scientifico ci ricorda qualcosa che tendiamo a dimenticare: i virus, considerato il loro impatto sull’evoluzione umana, prima di essere temuti, vanno compresi e studiati.
David Quammen parlerà di tutto questo in Italia, in un tour di presentazione che lo porterà a Milano il 18 novembre, dove alle ore 21:00, in occasione di Bookcity, dialogherà con lui il filosofo della scienza ed evoluzionista Telmo Pievani alla Triennale di Milano; il 19 novembre sarà poi a Torino, alle ore 18:00 presso il Teatro Astra, in conversazione con la giornalista scientifica Roberta Villa; il 20 novembre approderà a Cuneo, dove alle ore 11:00, presso il cinema Monviso, parlerà con il giornalista Andrea Vico; il 21 novembre sarà ospite di BergamoScienza, alle ore 18.00 all’Auditorium di Piazza Libertà, insieme al Sindaco di Bergamo; infine, il 24 novembre, sarà in dialogo con Chiara Valerio negli spazi del Cinema Troisi, per un appuntamento che anticiperà Più libri più liberi a Roma.
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