Giovedì 27 febbraio alle 18.00 #PDESocialClub ospita Alessandro Bertante e il suo nuovo romanzo, E tutti danzarono, da poco uscito da La nave di Teseo. Come sempre, la nostra conversazione sarà in streaming sulle pagine Facebook di PDE, dell'editore e delle librerie che decideranno di condividere, oltre che sul sito, sulle pagine Instagram, LinkedIn e YouTube di PDE.
Di tutti gli infiniti generi, sottogeneri e varianti di genere in cui si articola l'offerta letteraria, particolarmente fascinosa è la fantascienza dell'oggi, la distopia contemporanea: l'ipotesi catastrofica, l'evento dirompente hanno luogo nel mondo che conosciamo, nella quotidianità più nostra e abituale con una ovvia amplificazione della sospensione dell'incredulità, dell'effetto empatico.
È questo il campo di gioco che Alessandro Bertante ha scelto per questo suo inquietante E tutti danzarono, che racconta di una ?epidemia?, non si sa quanto imprevista e quanto invece provocata, che infetta alcune centinaia di migliaia di ragazzi chiamati dal sindaco di Milano perché diano vita al più grande rave party della storia. Ballo di San Vito, Corea di Huntington, avvelenamento da segale cornuta, psicosi di massa, scie chimiche? Nessuno lo sa, nessuno capisce cosa sia successo, ma trecentomila e forse più giovani iniziano a ballare per le strade di una Milano prostrata dal caldo spaventoso di un'estate senza pietà e non riescono più a fermarsi.
Nel mezzo della danza suicidaria, tra ragazzi e ragazze che progressivamente stramazzano al suolo stroncati dal caldo, dalla fatica, dalla disidratazione, si infiltrano altri giovani, inattaccabili dal misterioso morbo: sono violenti, saccheggiatori arrivati da periferie che non abbiamo l'onestà di chiamare banlieu, e sono agenti provocatori armati di mazze e bottiglie molotov, decisi a dare l'assalto alla città e portare allo scontro la polizia in assetto antisommossa, che dal lato suo, non sapendo più come gestire la folle situazione, pesta senza criterio gli inermi danzatori.
Nel mezzo della folle danza si aggira il protagonista, padre cinquantenne di una adolescente che da ore non dà notizie di sé, persa nella città, svanita nel rave. Ivan Boscolo è un rottame d'uomo, reduce di troppe battaglie perdute, padre inconsistente e figlio delusivo, ipocondriaco senz'altra consolazione dell'alcol e della nostalgia per una giovinezza scapigliata e barricadiera. Muoversi, decidere, essere sono diventate attività sfiancanti per Ivan, docente universitario demotivato e fiaccato dall'accidia. Ma ora, davanti al silenzio del cellulare di Micol, alla consapevolezza del pericolo che circonda la figlia, dovrà ritrovare l'energia, la determinatezza, la capacità di agire, dovrà ritrovare sé stesso.
Protagonista del romanzo al pari di Ivan è però la città, una Milano descritta e nominata via per via, piazza per piazza, tram per tram. Intendiamoci, nell'economia della distopia contemporanea, questa precisione vale a dare concretezza, sostanza e prossimità al lettore, a prescindere dal suo domicilio. Ma certo il lettore milanese, specie se milanese orientale - diciamo pure da Porta Venezia verso Città Studi, per arrivare fino all'Acquabella, a Lambrate - ricaverà da queste pagine un indiscutibile moltiplicatore di piacere.
Parleremo di tutto questo con l’autore giovedì 27 febbraio, come sempre su tutti gli schermi di #PDESocialClub: su Facebook, ma anche sul canale YouTube e sulla pagina LinkedIn di PDE.